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È arrivata in onda la notizia che Google e la Commissione europea hanno iniziato a lavorare su un accordo sull’intelligenza artificiale. Secondo lei, il patto e probabilmente l’imminente regolamento sull’IA si applicheranno sia ai paesi dell’UE che a quelli extra-UE.

Come riferisce l'agenzia Reuters, la CE e Google hanno iniziato a lavorare sulla creazione di un patto volontario sull'intelligenza artificiale, ancor prima che vengano introdotte norme più severe per l'intelligenza artificiale. Si dice che il commissario europeo per il commercio interno, Thierry Breton, stia esortando gli stati membri e i legislatori a finalizzare i dettagli delle norme sull’intelligenza artificiale della CE entro la fine di quest’anno.

 

Breton ha recentemente incontrato a Bruxelles il capo del colosso tecnologico Alphabet (che comprende anche Google) Sundar Pichai. "Sundar e io siamo d'accordo sul fatto che non possiamo permetterci di aspettare che le normative sull'IA entrino in vigore e che è auspicabile collaborare con tutti gli sviluppatori di intelligenza artificiale per creare un accordo volontario sull'IA prima che le normative vengano introdotte." ha affermato Bretone. Google ha anche rivendicato una maggiore responsabilità per l’intelligenza artificiale in una recente conferenza Google I / O 2023. Anche in questo ambito l’UE collabora con gli USA. Entrambe le regioni stanno iniziando a stabilire una sorta di “standard minimo” per l’IA prima che venga introdotta qualsiasi legislazione. Quando Google rallenta la concorrenza, le dà chiaramente spazio per migliorare la sua soluzione.

Negli ultimi tempi i chatbot e altri software basati sull’intelligenza artificiale hanno avuto un grande successo, sollevando preoccupazioni tra i politici e i consumatori sulla velocità con cui l’intelligenza artificiale sta influenzando le nostre vite. In Canada, ad esempio, le autorità federali e locali hanno iniziato a indagare sull'organizzazione OpenAI e sul chatbot da essa creato, ChatGPT, perché sospettano che l'organizzazione raccolga e utilizzi illegalmente dati personali. Il governo italiano è andato ancora oltre, a causa dello stesso sospetto nei confronti della presenza di un chatbot nel Paese ha vietato.

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