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Huawei ha confermato ciò su cui si era ampiamente speculato negli ultimi giorni: venderà la sua divisione Honor, e non solo la parte smartphone. L'acquirente è un consorzio di partner e imprese cinesi finanziate dal governo Shenzen Zhixin New Information Technology.

In una dichiarazione, Huawei ha affermato che la decisione di vendere Honor è stata presa dalla catena di fornitura della divisione per "garantirne la sopravvivenza" dopo "un'enorme pressione" e "la persistente indisponibilità delle caratteristiche tecniche necessarie per il nostro business degli smartphone".

Come è noto, i prodotti Honor dipendono in gran parte dalle tecnologie Huawei, quindi le sanzioni statunitensi hanno colpito praticamente allo stesso modo. Ad esempio, la serie V30 utilizza lo stesso chipset Kirin 990 che alimenta la serie di punta Huawei P40. Sotto il nuovo proprietario la divisione dovrebbe avere maggiore flessibilità nello sviluppo dei propri prodotti ed essere in grado di trattare con giganti della tecnologia come Qualcomm o Google.

Il nuovo proprietario di Honor, i cui prodotti sono rivolti principalmente ai giovani e ai "coraggiosi", e che è stato fondato come marchio separato nel 2013, sarà il neonato consorzio di aziende e imprese cinesi finanziate dal governo Shenzen Zhixin New Information Technology. Il valore della transazione non è stato reso noto, ma rapporti ufficiosi dei giorni scorsi parlavano di 100 miliardi di yuan (circa 339 miliardi di corone in conversione). Il colosso cinese degli smartphone ha aggiunto che non deterrà alcuna partecipazione azionaria nella nuova società e non interferirà in alcun modo nella sua gestione.

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